Una delle più significative ed esaltanti fra le tradizioni che sono nate e cresciute con la storia del Corpo dei Bersaglieri è la "Fanfara", perché costituisce una simbiosi perfetta con i Bersaglieri. Non potrebbero esserci Bersaglieri senza Fanfara, né Fanfara senza Bersaglieri.
In origine le trombe servivano per altri scopi. Erano necessarie in combattimento. A seconda degli squilli i Bersaglieri si spostavano avanti, indietro, a destra, a sinistra, senza bisogno di altri ordini.
Sempre con le trombe venivano avvisati della presenza del nemico, da quale parte arrivava, se dovevano attaccare o ripiegare. Spesso uno squillo di tromba, dato al momento giusto, volgeva a proprio favore l'esito di un combattimento.
Lo stesso maresciallo Radetzky dovette ammettere:
«Non possiamo non riconoscere le prove di valore che i Bersaglieri hanno dato nella campagna, ma avevano dalla loro un’arma in più: le trombe».
L'organico iniziale dei bersaglieri prevedeva per ogni compagnia tredici trombe con funzioni di segnali, a disposizione del comandante e degli ufficiali subalterni, sia per la normale vita di caserma che per l'azione bellica o addestrativa. Il trombettiere, con tutta una serie di squilli, annuncia la sveglia, il caffè, la corvée, l'adunata, il rapporto ufficiali, etc, fino all'agognato silenzio.
Sul campo la tromba segnala l'attacco, l'arretramento, la diversione, e tutte le altre manovre previste dall'impiego. L'addestramento dei trombettieri vien fatto per battaglione (unità base dei bersaglieri). Poiché la buona volontà non manca in breve sotto la guida di esperti maestri si passa ad un repertorio vario, non solo militare, che permette di tenere brevi concerti. Detto e fatto, con colpo di mano gerarchico, i trombettieri più bravi restano in pianta stabile in questo nuovo complesso inserito nella compagnia comando di battaglione.
La direzione viene presa da un capo fanfara, grande intenditore di musica. Gli strumenti s'arricchiscono di vari ottoni e i reparti si devono ridotare di un minimo di trombettieri per le necessità. Nel 1883 i battaglioni vengono accorpati operativamente in Reggimenti e nasce la fanfara reggimentale, che fino al 1975 sarà il fulcro dell'addestramento in caserma. Si marcia al passo di fanfara (179 passi/minuto), si corre e si canta. Gli esercizi ginnici si fanno sulle note della fanfara che danno il tempo per l'inizio e la fine. Per le strade in festa o sui campi di battaglia lo strumento musicale e la carabina si fondevano insieme e il primo era sempre animatore dell'azione dell'altra.
Oggi i componenti della Fanfara costituiscono un reparto a parte, non portano armi e indossano la stessa uniforme di parata degli altri Bersaglieri. Portano in più un paio di paramaniche di cuoio nero.
Chi non si è entusiasmato almeno una volta vedendo passare di corsa la fanfara dei Bersaglieri?
Bersaglieri e Fanfara sono nati insieme o, per la precisione storica, il primo Bersagliere trombettiere lo troviamo il 1° luglio 1836, quindi una decina di giorni dopo la nascita dei bersaglieri, avvenuta in Torino il 18 giugno del medesimo anno per iniziativa di Alessandro La Marmora.
La Marmora non ha inventato l'uso delle trombe nei reparti militari, tuttavia ha contribuito ad infondervi una particolare tonalità che ancor oggi caratterizza i fanti piumati
Dopo oltre centosettanta anni i Bersaglieri, con il cappello di piume lucenti e la tromba dorata, fanno vibrare nei cuori sentimenti di sano amor patrio ed universale fratellanza, contribuendo significativamente al mantenimento di quel legame che unisce positivamente Cittadini ed Istituzioni nonché al suo rafforzamento in termini di promozione, immagine e consenso.